Alimentazione e tumori
- Manuela Navacci
- 5 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min
La notizia non è nuova, ma è nuovo lo studio, italiano, sulla relazione tra alimentazione e tumori. La notizia non è nuova perché in campo dell’alimentazione le notizie serie, non le bufale, i terrorismi, i fantatitoli, vanno ormai in una direzione univoca, e si confermano continuamente. Le notizie da titolone no, quelle ogni giorno ne sparano una diversa, ma la ricerca seria è altrove e quella sui punti fondamentali, è molto compatta. Poche certezze, ma molto condivise. Questo perché da diversi anni si è riuscito ad indagare a fondo nei metabolismi cellulari, sia in vitro (ossia fuori dal corpo) che in vivo, dove capiamo in effetti, cosa succeda realmente. I meccanismi biologici, sono complessi, molto piu complessi del semplice “una caloria è una caloria” che ci ha ispirato per decenni, e la comprensione della biochimica dei nutrienti ha portato a scoprire un’infinità di interazioni tra ambiente, cibo, stile di vita, e l’universo uomo. Queste conoscenze ora ci servono per correggere errori macroscopici che ci hanno accompagnato fino a poco tempo fa, perché abbiamo considerato il corpo come una equazione matematica, per cui se si aveva il colesterolo alto, non si indagava la causa, ma si toglieva il colesterolo alimentare, equazione che purtroppo la maggior parte delle volte non tornava, anzi. O quando per dimagrire si toglievano le calorie, spesso, ottenendo a lungo termine l’effetto esattamente contrario. Strano, eppure i calcoli erano giusti. Tornando all’argomento dello studio, la notizia non è nuova perché risale a un secolo fa, quando il dottor Otto Warburg notò che le cellule tumorali utilizzavano il glucosio per produrre energia, in un modo ed ad una velocità differente dalle cellule sane. Questa scoperta è rimasta nel dimenticatoio per diverso tempo, poi ripresa per ideare macchinari in grado di evidenziare le cellule tumorali, proprio per questo loro metabolismo differente, e infine, arriviamo agli ultimi decenni, si stanno studiando vie per “affamare” le cellule tumorali. Questo studio pubblicato sulla rivista Cancer Cell, basato su studi animali ed in vitro (per inciso, per motivi etici non si possono fare studi sugli uomini, e questo rende le cose piu complicate) evidenzia come una dieta povera di carboidrati rallenti il metabolismo delle cellule tumorali, che sono incapaci di attivare altri metabolismi, cosa di cui sono invece capaci le cellule sane. Considerando che le cellule tumorali sono incredibilmente longeve, resistenti, sorde a moltissime ‘regole’ a cui sono invece sottoposte le cellule sane, questa caratteristica delle piccole infami, è una fantastica arma in mano alla ricerca. La dieta povera di carboidrati, quindi da una parte affama le cellule dall’altra tenendo a livelli corretti l’insulina, evita l’induzione alla crescita cellulare, che se non siamo dei bimbi in crescita, ricordiamocelo, è sempre un fattore positivo. Questo cosa significa per l’uomo della strada? Significa tanto, significa tutto. Significa che una dieta come quella che stiamo facendo noi, panepastapizzadolci, che ci ostiniamo a chiamare mediterranea, è uno straordinario carburante per le cellule tumorali, e non solo perché le rimpinziamo di glucosio, perché le stimoliamo con picchi insulinici che nemmeno le montagne russe, ma perché questa alimentazione povera di nutrienti e ricca di distrattori del sistema immunitario (insomma molecole estranee che rincoglioniscono le nostre difese) aumenta il malessere generale, spianando la strada alle cellule cencerose. La genetica conta, la sfiga pure, ma cominciamo a guardare queste malattie non come delle fatalità ma come ovvie conseguenze di uno stile di vita folle. Lo studio cita anche la metformina, farmaco usato in caso di alterata risposta alla glicemia. E’ evidente che in fase di cura di un paziente oncologico, ogni farmaco è ben accetto per raggiungere lo scopo, ma in fase preventiva, per noi uomini della strada, da nutrizionista vi assicuro che un corretto stile di vita, con una corretta attività fisica e un controllo dei picchi glicemici e della qualità dei nutrienti, sono armi portentose per limitare l’incidenza della maggior parte delle malattie. E per sentirsi bene, cosa non da poco. E, lo sappiamo già, tutto questo in modo incredibilmente piacevole. Cosa aspettare ancora?

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