Finchè non sarò una persona migliore
- Manuela Navacci
- 31 dic 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Il mio lavoro è aiutare le persone, non solo recuperare la giusta forma fisica, un giusto rapporto con il cibo, ma anche con il proprio corpo, con i piccoli difetti e le grandi bellezze. Tornare a percepirsi come un Intero, con punti di forza e fragilità, per questo unico. Non un numero su un foglio, non una serie di misure, quello non siamo noi. Ed ecco che venerdì, tornando a casa dal lavoro, vedo questa pubblicità, come ce ne sono tantissime di questo tipo. Una donna, e la sua sagoma "ritagliata" nei punti NO, messi lì alla berlina 'Sei così ma, sappilo, dovresti essere colà'. Eccoli lì i tuoi difetti, segnati da un pennarello, sei sbagliata qui, qui qui. Risolviamo tutto noi, zac. Appunto. E così smettiamo di essere una persona, siamo solo una serie di difetti da cancellare, e fino a quel momento, fino al momento in cui ci renderanno perfetti, con un macchinario magari, o con una bibita miracolosa, saremo degli errori, degli orrori che camminano, e di noi non vedremo altro. Sono sbagliata qui, qui qui. Non sarò una persona finchè le mie cosce….. finchè il mio girovita…non sarà conforme agli standard. Vi assicuro, non c'è peggior approccio se vogliamo essere in equilibrio con noi stessi, se vogliamo essere davvero belli, se vogliamo comunicare bellezza. Questo approccio genera solo frustrazione, senso di inadeguatezza, illusione di poter vivere col fiato sospeso, senza vivere di fatto, fino al giorno in cui saremo perfetti. Quando succederà, un giorno. Liberiamoci da questa tristissima concezione del corpo, che non è un errore da correggere, ma un Universo da comprendere, di cui avere cura. Ritroviamo con gentilezza e gioia l’armonia con il cibo e con noi stessi, bellezza e forma fisica. Ce lo meritiamo.

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