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Carne o non carne?

  • Immagine del redattore: Manuela Navacci
    Manuela Navacci
  • 5 giu 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Per la serie “Uno studio al giorno” quello di oggi viene dall’Australia, e mette in relazione il consumo di carni rosse, e il rischio di malattie come la SLA, e arriva alla conclusione che un moderato (piu o meno 3-4 porzioni a settimana) consumo di carne rossa, all’interno di una dieta mediterranea (tenete a mente questo aspetto fondamentale), riduce il rischio di demielinizzazione del sistema nervoso centrale (tanta roba guys!). Quindi per una volta uno studio non fa terrorismo immotivato, ma dalla grossa eco, ma cerca di riportare l’accento su un aspetto importante, la qualità e la quantità degli alimenti, è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo. Carne, pesce, frutta, verdure, e solo molto dopo, cerali, legumi, hanno fatto parte della nostra evoluzione dalla notte dei tempi, e il nostro DNA, le nostre funzioni metaboliche si sono strutturate per funzionare al meglio, con quel mix di nutrienti, minerali, fibre, antiossidanti. Eliminare completamente un nutriente cosi importante, significa mettere in pericolo diverse vie metaboliche, e spesso non abbiamo certezza di quali e quante, essendo il nostro organismo un fantastico concerto e non una serie di assoli (quanto sono poetica di lunedi eh?). Il problema è anche che, eliminando un nutriente, spesso lo compensiamo con l’eccesso di un altro, tipicamente i carboidrati, col doppio effetto di carenze da un lato e sovraccarico dall’altro, mi spiace dirlo gli effetti di questa strategia sono sotto gli occhi di tutti, siamo molto piu malati, molli, medicalizzati, fragili, dei nostri avi. Ma come? Abbiamo millemilamilioni di integratori, beverini, la ricerca scientifica è anche nei fazzoletti per soffiarci il naso, e l’effetto complessivo è di stare veramente una schifezza? E soprattutto, di non avere piu idea di cosa mettere nel piatto? Hainoi, sì. Tornando alla ricerca, avete tenuto a mente, la demonizzata carne, in che quantità e soprattutto in che contesto era inserita? Nella dieta mediterranea (quella vera eh, no panepastapizzadolci). Bingo! Quindi, non si usano piu negli studi, raffronti tra una popolazione di iper salutisti, e frequentatori di fast food(cosa scorretta e fallace), ma individui che facciano vita sana, alimentazione sana. Cosi uno studio ha senso. Della serie, ricominciamo a mangiare bene, e un po’ di carne, non potrà che farci bene. E magari lasciamo a casa tutte quelle merendine, saccottini, beverini light, aggiungo io, che compensano una alimentazione povera e tristerrima che ci hanno consigliato finora, con risultati pessimi. Iniziamo a riprenderci la nostra salute, ricominciamo a pretendere benessere e qualità dalla nostra alimentazione, investiamo sulla qualità del cibo, e della nostra vita. Ne guadagneremo in salute, bellezza e gioia di vivere.



 
 
 

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