Glicazione e Covid
- Manuela Navacci
- 25 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori statunitensi della Harvard Medical School e della Jolla University, che potete ritrovare su PubMed, osserva in modo incontrovertibile che il livello di zuccheri nel sangue è in stretta relazione con l'infezione da Covid-19.
Non basta che un virus (o qualsiasi altro patogeno) entri in contatto con le nostre narici, questo deve superare le barriere di sistema immunitario poste sulle mucose, narici, polmoni, sull’intestino, e poi arrivare alle cellule da infettare.
E lì, sulla superficie della cellula, può entrare solo se trova una 'serratura da aprire'.
Nel caso specifico, la serratura cui si lega il Covid è il recettore ACE, e la chiave che utilizza per aprire la porta della cellula, è la ormai famosa proteina Spike, uno dei principali bersagli del vaccino in studio in tutto il mondo.
Orbene, questi ricercatori hanno dimostrato che l’unione serratura/chiave, quindi recettore/Spike non può avvenire senza che questi siano “glicati”, ossia rivestiti di zucchero.
La glicazione è un processo naturale nel nostro sangue, che avviene ogni qualvolta ci sia del glucosio in circolo, cioè dopo un pasto che contenga carboidrati, il glucosio nel sangue cresce, e alcune particelle di questo incontrano tutte le proteine plasmatiche e ne avvolgono alcune. Maggiore è la permanenza del glucosio nel sangue, maggiore sarà la quantità di glicazione che si otterrà. Avete presente quando il medico vi fa fare l'analisi della emoglobina glicata? Ecco vuol vedere quanti picchi di glicemia avete avuto negli ultimi tre mesi.
E questo se in misura contenuta è un processo naturale, quando la glicazione è marcata, provoca grandi, grandissimi danni a tutto l'organismo.
Ma tornando al nostro virus, è stato quindi dimostrato che pazienti che abbiano problemi nella gestione dell’insulina e degli zuccheri, quindi diabetici, resistenti insulinici, obesi, o anche soggetti anziani con una ridotta tolleranza al glucosio, o comunque chi abbia una alimentazione con prevalenza di carboidrati semplici, possono avere rischio nettamente più marcato nei confronti del virus sia perchè favoriscono il legame recettore/Spike, permettendo la prenetrazione del virus nelle cellule da infettare ma anche perché, il virus stesso si “nasconde” glicandosi, e rendendosi quindi invisibile dal nostro sistema immunitario.
La glicazione e l'iperglicemia sembra essere un nodo cruciale anche nelle sindromi da Long Covid.
Riportare la glicazione a livelli fisiologici, è una strategia imprescindibile per combattere questa, e altre infezioni.
Cosa c’entra questo studio con la foto della mia colazione.?
Moltissimo, perché la divulgazione scientifica serve a poco se poi non diventa vita pratica.
Il controllo dei picchi glicemici, è alla base per la ridurre glicazione, obesità, resistenza insulinica, e si ottiene bilanciando correttamente i nutrienti del pasto, scegliendo carboidrati integrali, inserendo fibre, proteine, grassi, ad ogni pasto, tutto in modo facile e piacevole.
La prevenzione è uno strumento potentissimo, irrinunciabile, e inizia a tavola.
Piadina di cereali integrali e frutta secca, con crema di banana cacao e proteine vegetali.

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