Cibo vero o cibo farlocco?
- Manuela Navacci
- 25 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Premessa, d'obbligo. Il problema non è il prodotto (ripetiamo insieme "l'industria alimentare non è un ente benefico, non è il Ministero della Salute, non affiderò ad essa la gestione della mia salute") . Ok andiamo avanti. Questo prodotto è l'esempio della schizofrenia moderna, in campo alimentare. Un prodotto che altro non è che una comune 'merendina' che annovera tra gli ingredienti principali farina raffinata, sciroppo di glucosio, zucchero, e poi a seguire aromi, coloranti, conservanti, etc etc, in cui le citate farine di saraceno e company sono il 2.5%, insomma questo prodotto, fa l'occhiolino a quel consumatore frettoloso che per lavarsi la coscienza dal fatto di dare a se stesso e (peggio!) ai propri figli un prodotto tossico, cancerogeno (ripetiamo insieme, c a n c e r o g e n o), lo ammalia con le farine con poco glutine (Oi tipo, sono il 2% sai?) e con le uova di galline allevate a terra. Poco importa che l'uovo allevato a terra, sia l'unico nutriente di questo pastrugno di elementi infiammatori, distrattori del sistema immunitario, dei segnali di fame e sazietà, e che l'effetto benefico delle uova perirà in un oceano di molecole tossiche. Se il volere dei consumatori, insomma il mercato, è riuscito ad essere cosi impattante sulle scelte delle aziende, da creare 'sti ibridi bizzarri, (una merendina con le uova di galline allevate a terra è come prendersi a martellate un piede ma prima metterci su un cerotto), possiamo fare davvero davvero di piu con le nostre scelte. Chiediamo cibo vero, lasciamo sugli scaffali queste prese in giro, premiamo chi produce alimenti sani, magari a costi piu alti (perchè il prezzo del cibo, che non paga il nostro portafoglio, lo paga qualcun'altro, un allevatore non pagato, l'ambiente, il nostro corpo) compriamo solo cibo con pochi ingredienti, poca lavorazione, data di scadenza breve, e magari con incarti ridotti all'osso; il piccolissimo gesto della scelta del cibo, può rivoluzionare il mondo, il nostro e quello dei nostri figli.

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