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I due alleati: Motivazione e Consapevolezza

  • Immagine del redattore: Manuela Navacci
    Manuela Navacci
  • 12 set 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Lunedì dei buoni propositi, vogliamo parlare di diete lampo e riparatrici? Ovviamente no. Parliamo di Motivazione, che è la base di ogni cambiamento vero e duraturo, e di Consapevolezza, che è lo strumento con cui si gestiscono gli imprevisti che sicuramente arriveranno. Non si può pensare di cambiare, che si tratti del proprio benessere o del proprio girovita, senza avere una vera forte motivazione, (che non deve essere far piacere ad altri), e senza comprendere profondamente cosa si sta facendo, i meccanismi, il perché delle scelte che andremo a fare ogni momento, per poter essere fieri protagonisti e non vittime, di quello che accade. Quando si inizia un nuovo percorso alimentare, una “dieta”, ci si dovrebbe prima chiedere, sinceramente, quali siano le motivazioni che ci spingono a questo cambiamento, perché di cambiamento si tratta. Non possiamo pensare alla dieta come ad una pillola amara da prendere e poi tornare alla vita di prima, non funziona cosi. Finito l’effetto della pillola amara (la dieta), tutto tornerà come prima, anzi peggio. Perché il nuovo percorso alimentare funzioni, devo pensare di portarlo avanti a lungo, di cambiare le mie abitudini per sempre. Mi occorre quindi capire davvero, cosa mi spinge a questo passo. E occhio che le motivazioni siano valide, o si frantumeranno sulla vetrina della prima pasticceria. Non basta voler entrare nei pantaloni dello scorso anno, quelli sono li, mica ci obbligano, non saranno certo loro a impedirci di tuffarci nel barattolo di nutella a fine giornata. Devo capire cosa mi sta dando disagio, cosa mi fa stare male, guardarmelo ben bene, girarmelo tra le mani, e poi sinceramente dirgli “Ok sono stanco di te, è ora che io ti lasci qui e vada avanti, ho portato questo dispiacere per troppo tempo, posso stare solo meglio ora”. Punto. E andare avanti. Consapevolezza. Questo è l’altro punto su cui lavoro molto con i miei pazienti. Mi piace spiegare i meccanismi che ci sono dietro “l’abbiocco” post prandium, o il nervosismo famelico delle sei di pomeriggio, o la dipendenza da zuccheri nei momenti di stress, e la successiva depressione o di tanti meccanismi che si credono essere solo un segnale di debolezza, di incapacità a reagire, invece sono risposte del corpo a cibi sbagliati. Una volta capito cosa scatena certi malesseri, sarà piu semplice e naturale evitarli e prendersi cura di se stessi. Quale è il cibo che mi farà stare meglio ora, quale mi nutrirà e mi darà energia positiva? Questo, lo so, l’ho imparato, non sbaglio piu. E se mi capiterà di mangiare qualcosa che non è proprio sanissimo, so come gestire l’evento eccezionale, e questo aumenterà ancora di piu la mia forza e consapevolezza. E questo vale anche per l’attività fisica. Perché devo farla? Ma bastano venti minuti a settimana? Ma io di piu non posso. Vi parlo da persona molto pigra, che però ha tremendamente bisogno di fare movimento, come tutti del resto. Lo sport mi ha fulminato sulla via di Damasco in età piuttosto adulta, quindi non è nel mio DNA, purtroppo. Le mie vie della ricompensa, quelle che donano serenità gioia ogni volta che facciamo qualcosa di piacevole (amore, cibo buono, musica, sport appunto), non hanno imparato sin da piccola a gestire le piccole frustrazioni della giornata, con una sana sgambettata all’aria aperta, e quindi ogni giorno devo ricordare a me stessa che è quello il sentiero da percorrere e non il sentiero ‘divano’. E lo faccio tramite Motivazione (Gioia, lo sai che poi starai meglio sù, sù, andare) e Consapevolezza (lo sai che se lo fai, poi sprizzi endorfine da tutti i pori, ti si vedono quei muscoletti che ti piacciono tanto, e ti diverti). E’ per questo che quando si inizia, sia un piano alimentare nuovo, sia l’attività fisica, va fatto per bene, in modo costante e continuativo, per un periodo ragionevolmente lungo, da poter attivare queste due splendide armi. Ai miei pazienti alla prima visita chiedo sempre, che il primo mese sia fatto alla lettera, poi dopo, vedremo come gestire eventuali eccezioni. Ma il primo mese, devono poter sentire forte e potente, il cambiamento. Un cambiamento vero ben fatto, con convinzione e determinazione, cibo vero, sano (tanto!) buono, movimento e sostegno emotivo, sono in grado di cambiare radicalmente la percezione del nostro corpo e di noi stessi, e darci una strada nuova da percorrere, di farci percepire la versione migliore di noi stessi. Forti di queste sensazioni profonde, di questa nuova strada possibile, i piccoli e grandi imprevisti della vita si potranno gestire senza sforzi: so perché lo faccio, e so come farlo. Sono una persona nuova.


 
 
 

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