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Il tè nel traffico?

  • Immagine del redattore: Manuela Navacci
    Manuela Navacci
  • 22 lug 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Oggi andando al lavoro, vedo sul retro del bus davanti a me, una grande pubblcità di una nota marca di tè freddo, che piu o meno recitava cosi “se sei incastrato nel traffico e non puoi fare nulla, beviti un xxxtè!” Due cose. Una, hanno creato un nuovo bisogno. Dopo aver riempito di bibite zuccherate momenti dove prima non era pensabile, come il pranzo, la cena, la colazione, poi anche la merenda dove una madre squilibrata pensa di portare del nutrimento ai figli, portandogli dell’aranciata (però lo fa ballando, che madre moderna), ora riempiamo un altro vuoto cosmico delle nostre vite, e beviamoci un tè pure nel traffico. Genio. Oh sicuro che qualcuno ci casca.

Seconda cosa. Quando siamo nel traffico, frustrati per la coda che non scorre, angosciati perché stiamo facendo tardi, scatta lo stessissimo meccanismo che scattava agli uomini primitivi (perché biochimicamente siamo esattamente uomini primitivi) quando erano inseguiti da un grosso predatore, o assistevano ad una pioggia di meteoriti: il corpo si preparava alla lotta o alla fuga, e lo faceva spremendo le sue surrenali e producendo tanto cortisolo (appunto l’ormone dello stress) che permette di reclutare rapidamente zuccheri e grassi dalle scorte del corpo. In breve tempo, il sangue si riempie di nutrienti pronti a generare energia per i muscoli che dovranno combattere (o alle brutte, fuggire). Poi, Nostra Signora Evoluzione, ha perfezionato il tiro, e, al povero ominide in fuga o malconcio per la lotta, permetteva di mettere scorte piu facilmente nelle ore successive allo stress, attivare il sistema immunitario (non si sa mai, fosse ferito), e gli faceva venire una fame boia, per recuperare le energie perse. Fantastico, il primo uomo fortunato ad avere questo regalo dalla Signora Evoluzione, è stato il nonnino di tutti noi, perché è sopravvissuto piu dei suoi amici (distrutti dalla fatica della corsa). Ma. Ma noi non siamo nella savana, non corriamo, non raccogliamo bacche e radici. Siamo in macchina. Fermi. Zero energia muscolare. Siamo già in iperglicemia per via del cortisolo (ricordate, dovremo correre), lipolisi, una quantità di energia disponibile niente male, ma nessuna cellula muscolare che la richieda e dove pensate che vada tutto questo ben di Dio? Esatto. Nel vostro dodicesimo anello addominale. Perché cortisolo carogna, è li che lo manda. Cioè lui lo fa perché ci crede stanchi e in carestia, ma nel corso dell’evoluzione dobbiamo aver preso una brutta strada, e tutto quello che prima ci salvava la vita, ora ci allarga il girovita, e ci fa ammalare, alla lunga. Con quella bella iperglicemia, ora ci mettiamo pure qualche cucchiaiata di zucchero, un po’ di stimolante del sistema nervoso (e certo, pure), quindi mettiamo benzina sul fuoco, e arrivati in ufficio saremo, passato l’effetto rintronante dello zucchero, piu nervosetti e affamati di prima. “chi vuole un caffè? Ho avuto una mattinata orrenda”. E vai. E non è solo il dodicesimo anello il problema. E’ l’iperglicemia che fa danni sistemici, ogni benedetta volta che vi ingozzate di zucchero (quante volte al giorno mangiate cibi zuccherini o carboidrati semplici?), ricorrere allo zucchero ogni volta che ci sentiamo giù genera dipendenza fisica e psicologica, ci infiamma, ci induce crescita cellulare (cosa non buona) ingrassa intossica, e via e via. Non facciamoci fregare. Lo zucchero non è il demonio, può avere una utilità quando serva tanta ma tanta energia di rapida cessione, ma pensate alla vostra giornata, quante volte correte una mezza maratona? Ecco. Per tutti gli altri momenti della giornata, il cibo è altro.

ps. visto il tè nella foto? quello che si da anche ai bimbi quando fa caldo? ecco fa lo stesso effetto che ho descritto qui, ma moooooolto piu intenso, perchè loro essendo piu piccoli, hanno meno sangue, e la glicemia si impenna moooolto di piu (e infiamma, ingrassa, da dipendenza, crescita cellulare). Pensiamoci.


 
 
 

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