Impariamo a volerci bene
- Manuela Navacci
- 2 gen 2019
- Tempo di lettura: 2 min
In un momento in cui si parla dei sensi di colpa per quanto si è mangiato e di come rimediare, velocemente, a tutti i costi, in un momento in cui gli sciacalli del web tornano a ronzare con beveroni, integratori, noi parliamo d'altro. Nella foto, il mio nipotino di quasi due anni, di cui tempo fa vi postai la merenda, perchè mi colpì il festival di colori e profumi che la madre gli proponeva, anche a rischio di ritrovarsene buona parte sul pavimento (e sul tavolo, e sulle maioliche.....) Ma era piccino, doveva sperimentare, e ora è un ometto, che mentre io e lui facciamo il pane (senza il suo sguardo vigile all'impasto non avrei saputo come fare) si pilucca il mandarino che si è scelto da solo, per la merenda. Ogni volta che vedo la padronanza di questo topolino piccolissimo, con il cibo, con la masticazione, con i suoi segnali di sazietà penso a che individuo sarà da grande questo bambino. Un individuo che fin dalle proprie radici, quindi in quel posto profondo dove nessuno potrà mai entrare, prende coscienza che il cibo è un atto volontario, consapevole, fatto di profumi delicati, masticazione (masticazione gente, non pappette, gnam gnam, sarà per questo che il giovanotto vanta una dentatura decisamente precoce rispetto ai coetanei) sa che il mandarino ha una buccia, e non un vasetto, che il pane si fa impastando quella farina scura, (e sporcando ovunque, ma sono incerti del mestiere), e che si mangia guardando il cibo, o il viso di mamma, e non un pupazzo che salta, dentro uno schermo. Se al contrario il cibo viene visto come un atto veloce, di rapida soddisfazione, con sapori distorti, magari guardando la tv, o riceverà dolcetti "Almeno qualcosa mangi, fallo per me" per quel bambino, il cibo sarà sempre sempre questo, e combatterà tutta la vita tra quello che il cibo è per la sua anima, e quello che è realmente, per il suo corpo. E spesso perderà la battaglia. Mangiare è un atto profondo, che abbraccia tutte le sfere della nostro 'io', appagamento, accettazione, sopravvivenza, e far si che fin da subito sia fatto di sapori veri, consapevolezza, amore per se stessi, magari in futuro ci eviterà di cadere schiavi di qualche sciacallo che ci vuol vendere i suoi beveroni, perchè non abbiamo davvero idea come prenderci cura di noi stessi.

Comentários