Lezione di gusto
- Manuela Navacci
- 22 set 2019
- Tempo di lettura: 1 min
Marito "E non c'è zucchero?" Io "No, come sempre" "Ne farina?" "No" "Incredibile, è buonissima, vedi vedi, a me ormai i dolci zuccherati non piacciono più" "Ieri hai mangiato un cornetto al bar" "Vero! e non mi è piaciuto. E' stata solo l'idea poi era stomachevole, inutile e mi ha lasciato la bocca amara. Chissà perchè ogni tanto ci ricasco"
Questo è un meccanismo abbastanza comune. Quando il nostro cervello associa ad un odore, un sapore, o anche ad una situazione, uno stimolo gradevole, quello stimolo rimarrà li per sempre. Anche quando ormai per fortuna le nostre papille e il corpo si sono beatamente disabituati al dolce, l'idea, la sola idea, di un dolce zuccherato, magari un rito come quello del cornetto, ci stuzzica. Ma poi a mangiarlo, il vero sapore dello zucchero, forte e traditore, arriva a rovinare la festa. Basta capire il meccanismo, non cedere al primo impulso, e ricordarsi che quello che ci piace è l'odore, la parte volatile del dolce, quella che percepiamo con il naso, molto piu delicata e evocativa, rispetto al sapore. La prossima volta magari mio marito avrà imparato la lezione, e voi? Per la torta, con frolla di fichi mandorle e fiocchi d'avena, stavolta ho usato una ricetta del sito Dagomoveat. (grazie Flora)

:) E iniziamo bene questo autunno.
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