Patologie tiroidee e cibo
- Manuela Navacci
- 29 apr 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Le patologie tiroidee negli ultimi anni hanno subito un preoccupante aumento, in particolar modo nelle donne over 40, riscontro problematiche come ipotiroidismo, noduli tiroidei, tiroiditi, e alcune di loro sono da molti anni in terapia con ormoni tiroidei. L’ipotiroidismo può portare problematiche come stanchezza, stitichezza, irregolarità nel ciclo mestruale, aumento di peso, dovuto ad un rallentamento del metabolismo cellulare, metabolismo che è sotto la direzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide.
Questo asse metabolico “dirige” l’andamento del nostro metabolismo cellulare, modulandolo a seconda della disponibilità energetica del corpo: i cali di energia registrati portano l’ipofisi a produrre piu ormone TSH che a sua volta stimolerà la tiroide a produrre piu ormoni T3 e T4, i responsabili ultimi del metabolismo cellulare.
Tutto questo splendido meccanismo a feedback, quindi con continui scambi di informazione dalla periferia (le cellule) alla centralina (l’ipofisi-ipotalamo) regola meravigliosamente l’equilibrio, l’omeostasi, del nostro corpo, in questa come tutte le altre risposte ormonali.
L’equilibrio si rompe, quando un organo è costretto ad un super lavoro per troppo tempo, per tanti anni. Nel caso della tiroide, un metabolismo cellulare cronicamente lento, per una dieta cronicamente povera di sostanze nutritive, porta ad un super lavoro tiroideo cosi prolungato che alcune parti del tessuto tiroideo si modificano e possono insorgere noduli e successivamente zone che il sistema immunitario non riconosca come propri, e inizi ad attaccarli generando, in soggetti predisposti, tiroiditi.
In particolar modo diete privative prolungate, carenze croniche, come è tipico della nostra alimentazione, di minerali quali selenio, zinco, iodio, carenze di vitamina D, la bassa idratazione, la presenza nella nostra alimentazione di interferenti dell’attività tiroidea quali i grassi idrogenati, e il bromo dei prodotti da forno, alti livelli di glicemia, fanno si che la tiroide lavori in maniera non fisiologica per molti anni in modo (apparentemente) silenzioso, e sfoci poi in malattia quando ormai il è tardi. La terapia con ormoni tiroidei sarà di grande aiuto ma non potrà mai mimare perfettamente la sensibile e precisa attività dell’organo. E soprattutto, è per sempre.
Ho scritto 'apparentemente' silenzioso perché spesso siamo noi ad ignorare i segnali che invia il nostro corpo, come un peggioramento del nostro livello energetico, della qualità della pelle, dei capelli delle unghie. Diamo la colpa allo stress, e andiamo oltre. Lo stress c’è, ma c’è anche quello cellulare, che ci sta lentamente ma inesorabilmente portando alla malattia. Ignoriamo i segnali come i dolori diffusi, la stanchezza, la confusione, il gonfiore addominale, segno che nel nostro corpo è in atto una battaglia che si chiama infiammazione di basso grado, che non potrà vincere se continuiamo a non fornirgli i giusti nutrienti e continuiamo a dargli degli inquinanti alimentari.
Questo meccanismo avviene anche per altre patologie come il diabete di tipo 2, che subentra dopo anni iperglicemia.
In fase preventiva, quando ci sia una predisposizione, ma anche quando ci sia già una diagnosi, curare l’alimentazione, arricchire la nostra tavola con quegli alimenti che favoriscano una buona attività cellulare e della tiroide, limitare gli interferenti endocrini, che agiscono su tutto il sistema ormonale fertilità compresa, è un passo fondamentale per recuperare e mantenere una buona salute, bellezza e qualità della vita.

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