Tiroide e alimentazione
- Manuela Navacci
- 19 giu 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Le patologie tiroidee negli ultimi anni hanno subito un preoccupante aumento, e in particolar modo nelle donne over 40, è frequente riscontrare problematiche come, noduli tiroidei, tiroiditi e più frequentemente ipotiroidismo.
L’ipotiroidismo può portare problematiche come stanchezza, stitichezza, irregolarità nel ciclo mestruale, aumento di peso, dovuto anche ad un rallentamento del metabolismo cellulare, metabolismo che è sotto la direzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide.
L’ipofisi produce l’ormone TSH (ormone tireotropo o tireostimolante), che a livello tiroideo stimola la produzione dei due ormoni, la tiroxina, T4 e la triiodotironina, T3.
Questo asse metabolico “dirige” l’andamento del nostro metabolismo cellulare, modulandolo a seconda della disponibilità energetica del corpo: un calo energetico dovuto a malnutrizione, stress, insonnia, portano l’ipofisi a produrre più ormone TSH che a sua volta stimolerà la tiroide a produrre più ormoni T3 e T4, i responsabili ultimi del metabolismo cellulare. Tutto questo splendido meccanismo a feedback, quindi con continui scambi di informazione dalla periferia (le cellule) alla centralina (l’ipofisi-ipotalamo) regola finemente l’equilibrio, l’omeostasi, del nostro corpo, in questa come in tutte le altre risposte ormonali.
L’equilibrio si rompe quando un organo è costretto ad un super lavoro per troppo tempo, per tanti anni. Nel caso della tiroide, un metabolismo cellulare cronicamente lento, per una dieta povera di sostanze nutritive, stress protratti, inquinamento, porta ad un super lavoro tiroideo cosi prolungato che alcune parti del tessuto si modificano e possono insorgere noduli e successivamente zone che il sistema immunitario non riconosca come propre, e inizia ad attaccarle generando, in soggetti predisposti, tiroiditi.
In particolar modo diete privative prolungate, carenze croniche, come è tipico della nostra alimentazione, di minerali quali selenio, zinco, iodio, carenze di vitamina D, la bassa idratazione, la presenza nella nostra alimentazione di interferenti dell’attività tiroidea quali i grassi idrogenati, e il bromo dei prodotti da forno, alti livelli di glicemia, fanno si che la tiroide lavori in maniera non fisiologica per molti anni in modo (apparentemente) silenzioso, e si palesi in modo sintomatico quando ormai il tessuto è danneggiato.
Ho scritto "apparentemente" silenzioso perché spesso siamo noi ad ignorare i segnali che invia il nostro corpo, come un peggioramento del livello energetico, della qualità della pelle, dei capelli delle unghie. Diamo la colpa allo stress, e andiamo oltre, magari ricorrendo a qualche integratore miracoloso.
Lo stress psicofisico c’è, ma c’è anche quello cellulare, che ci sta lentamente ma
inesorabilmente portando alla malattia.
Ignoriamo i segnali come i dolori diffusi, la stanchezza, la confusione, il gonfiore addominale, segno che nel nostro corpo è in atto una battaglia che si chiama infiammazione di basso grado, che non potrà vincere se continuiamo a non fornirgli i giusti nutrienti e continuiamo a dargli degli inquinanti alimentari.
E’ infatti vero che sono sempre più forti sono infatti le evidenze che legano la salute della tiroide con quella del nostro intestino.
Una alimentazione sbilanciata, l’uso di farmaci, e anche lo stress, modificano
profondamente la composizione del microbiota intestinale: gonfiori, stipsi, diarrea
occasionale, se protratti nel tempo sono probabili sintomi di una disbiosi intestinale, che a sua volta modifica la struttura delle pareti intestinali, perché sono i batteri stessi, se sono in eubiosi, a prendersene cura.
In una situazioni di disbiosi cronica (che noi percepiamo ma trascuriamo, ricorrendo a
lassativi e rimedi del momento) le pareti intestinali invece di formare una barriera selettiva, le cellule intestinali si distanziano (Leaky Gut ) facendo entrare nel torrente circolatorio sostanze non gradite, non digerite, virus, batteri, molecole infiammatorie, tutte sostanze che verranno poi attaccate dal sistema immunitario.
Un sistema immunitario costantemente attivato (a ogni pasto), genera una infiammazione blanda ma costante (infiammazione di basso grado), attaccando anche , per similitudine strutturale, anche parti del nostro corpo, come ad esempio la tiroide: è opinione di molta parte comunità scientifica che molte tiroiditi siano da ricondurre all’errato metabolismo e assorbimento del grano.
Anche l’esperienza ci conferma che pazienti con alti livelli di anticorpi antiroidei, giovano di una dieta con basse quantità di grano, sostituito da altri carboidrati naturalmente senza glutine, migliorando anche la varietà e la qualità dei cibi assunti.
Il grano, oltre al controverso glutine, contiene anche delle sostanze antinutrienti, le ATI,
inibitori delle alfa-amilasi/tripsina che la pianta usa per difendersi dagli insetti.
Presenti in tutto il grano, ma in misura massiccia nel grano moderno in particolar modo
raffinato, aumentano la quantità di sostanze pro infiammatorie assorbite, come anche le lievitazioni spinte.
La dieta può inoltre interferire con l’attività della tiroide o meglio, dei suoi ormoni anche se un individuo è infiammato, in particolar modo con fegato grasso , perchè i suoi tessuti hanno minor capacità di attivare gli ormoni tiroidei (di sintesi o endogeni), quindi anche se la mia tiroide funziona bene, ma ho il fegato grasso, avrò un metabolismo più lento perchè i miei ormoni resteranno in parte inattivi .
La terapia con ormoni tiroidei sarà di grande aiuto per ridurrei i sintomi dell’iper o ipotiroidismo conseguenti al danneggiamento della tiroide, ma non potrà mai mimare perfettamente la sensibile e precisa attività dell’organo, e comunque non allevierà le cause primarie dell’autoimmunità, che nel frattempo distruggerà l’organo..
E ancora, gli inquinanti derivati dalle plastiche delle bottiglie interferiscono con i nostri
ormoni.
Se abbiamo un intestino irregolare, gonfiore, dolori diffusi, stanchezza, per anni, questo è un preciso segnale del nostro corpo, che come sempre va ascoltato anche perchè, le
molecole infiammatorie provenienti dall’intestino possono colpire qualsiasi organo,
addirittura il cervello, generando stati di ansia e depressione.
Un microbiota disbiotico è di fatto un organo che funziona male alterando le funzioni di tutti gli altri organi.
Come nutrizionista mi duole riscontrare che nessuno dei pazienti che mi riporta
problematiche tiroidee è consapevole di quanto questo possa essere migliorato da una
buona alimentazione, (e ovviamente peggiorato dalla dieta moderna!).
Per i miei pazienti una tiroidite è qualcosa hanno o hanno avuto ma di cui non sanno di
dover indagare le cause, talvolta non sanno neppure cosa sia, tantomeno che questo
continuo attacco immunitario possa portarle a ridurre la funzionalità dell’organo.
Una paziente una volta mi riportò che le era stato detto, riguardo la su tiroidite che “Finchè regge la tiroide, stiamo a guardare”
L’ipotiroidismo stesso, anche in assenza di autoimmunità, è conseguenza di uno squilibrio energetico nel corpo che andrebbe ricercato e risolto, per salvaguardare la salute dell’organo e della persona.
Le patologie della tiroide, in particolar modo quelle autoimmuni hanno una radice genetica, ambientale, ma non si può più negare che grande giovamento può dare lo stile di vita e l’alimentazione.
Una dieta più varia, attenta ai nutrienti più che alle calorie, con frutta secca, fibra,
antiossidanti, inserire nella nostra alimentazione cibi dimenticati come i legumi, le patate, il farro, l’avena, gli pseudocereali, che nutriranno in modo più completo il nostro microbiota, permettendogli di prendersi cura del nostro intestino, e di noi.
Ciao Manuela, spero tu stia bene. Molto interessante l’articolo! Un Saluto, Carolina