Un nuovo percorso
- Manuela Navacci
- 4 ott 2018
- Tempo di lettura: 1 min

Quali sono le caratteristiche che distinguono un percorso alimentare fallimentare, da uno vincente? Uno che si rivelerà l'ennesima sconfitta, scavando ulteriormente nelle insicurezze della persona, impedendogli di riappropriarsi della propria vita, da un'altro che segnerà il punto di svolta?
Due sono i perni fondamentali, la motivazione della persona e il giusto approccio del professionista.
Se si affronta un percorso nuovo, di cambio di stile di vita, alimentazione, pensando sempre a cosa si sta perdendo (eh ma questo non lo posso piu fare, e quest'altro è complicato), senza aprirsi alle novità e possibilità che il nuovo percorso apre, se non si capiscono e percepiscono come sbagliate, le abitudini che lo hanno portato a chiedere aiuto, e infine se non si vede come opportunità, piuttosto che fatica, le nuove regole, il nuovo percorso ha i giorni contati (e saremo di nuovo soli con in nostri problemi)
D'altro canto, il professionista deve cucire sulla persona uno stile di vita che sia sì salutare, ma anche piu possibile vicino alle abitudini di quella persona, accompagnandola in progressi, magari lenti, ma costanti e definitivi. Regole astruse, inutilmente vessatorie, percorsi complicati e stressanti, fanno la "fama" di alcuni professionisti, e "fame" del paziente, che non potrà che abbandonare il percorso.
Un dolcetto fatto in casa, veloce veloce, buono buono, con frutta secca, uva passa e ciocco 90% e spezie, è una coccola per la colazione, o una merenda per un vero sportivo, che ben rappresenta la sintesi tra un percorso alimentare cosi soddisfacente da non lasciar spazio a rimpianti, ma solo a nuovi obiettivi.
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