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Una caloria non è una caloria

  • Immagine del redattore: Manuela Navacci
    Manuela Navacci
  • 8 feb 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Una caloria non è una caloria. Una frase che forse avete già sentito, ma cosa significa realmente? I poche parole significa che se si pensa di eliminare il grasso in eccesso, tornare in forma, mantenere un peso ideale, soltanto facendo il calcolo delle calorie di quello che si introduce, si fallisce in partenza. E questo è confermato dal fatto che la maggior parte delle persone nella propria vita provano varie diete, con vari nomi, con vari approcci, con o senza integratori, pillole, beveroni, ogni volta "Ho ripreso tutto, con gli interessi" perchè anche se con vari nomi, stringi stringi, quello che lega tutte queste strategie alimentari, è il famoso DEFICIT CALORICO, quello che si dovrebbe ottenere calcolando il fabbisogno energetico medio di una persona, e decurtando di un buon 25-30 (anche 50!!) % le calorie da introdurre. Facile no? No. Il 90% delle diete, a medio e lungo termine si rivela un fallimento. Ma la colpa viene data al paziente, non alla "cura " sbagliata. Ma come è così semplice, devi solo mangiare di meno!! E invece, quando si tratta di alimentazione non è mai cosi semplice. Non è così perché entrano in gioco meravigliosi meccanismi di compensazione da parte del nostro corpo, per sopperire al deficit calorico, soprattutto se brusco, (non mangio eppure non perdo un etto!!! Quante volte l’abbiamo detto?).

Non è così perché l’alimentazione tocca profondamente la sfera emotiva, si mangia per fame, per noia, per allegria, per compagnia, per consolazione, dimenticare questo aspetto è come minimo ingenuo.

Non è così perché ogni nutriente, proteine, grassi, carboidrati, hanno una diversa funzione nel nostro corpo, i grassi sono molecole di deposito, le proteine sono “mattoncini” strutturali, i carboidrati una molecole energetica; tutte, in caso di necessità, possono diventare “calorie”, ma in modo diverso, con un metabolismo diverso, che fa sì ad esempio, che se ingerisco 100 calorie di carboidrati, per loro natura diventeranno rapidamente 100 calorie nel mio corpo, pronte a diventare energia o grasso, a seconda della mia condizione metabolica (mi sto muovendo? È sera? Sono giovane, adulto….); le stesse 100 calorie, ma di proteine, per diventare energia subiranno dei processi metabolici complessi, “dispendiosi”, che consumeranno una buona quota di quelle calorie, con effetto ulteriore di dare una spinta al metabolismo. Stesse calorie, diversi destini energetici. Le stesse proteine poi, come del resto i grassi, saranno anche utilizzati come “pezzi” del nostro organismo, andando a sostituire quelli non più efficienti.

Non è così perché una caloria consumata al mattino, quando tutto il mio corpo si prepara alle fatiche della giornata, sarà indirizzata dalla centrale di comando, il nostro ipotalamo, secondo le richieste che gli arrivano: su forza surreni al lavoro, oi, serve energia a quei muscoli, brr che freddo, dai tiroide sai cosa devi fare, oi cervello si, anche tu, ora arriva il glucosio, zitto! Non è così perché una caloria di carboidrati, da sola, avrà un determinato effetto sulla glicemia, e quindi sull’insulina, con una altalena di iper e ipo glicemia che vi farà venire fame anche se mangiate 600 calorie di cornetto; mentre se quelle calorie le dividiamo tra grassi, proteine e carboidrati, avranno un effetto morbido, fisiologico sulla glicemia e sull’insulina, regalandovi sazietà tutta la mattina, ed evitandovi gli effetti deleteri dei picchi glicemici di cui abbiamo parlato spesso.

E non è così perché se, come è accaduto spesso, si cerca solo di far tornare i conti, le canoniche 1200 calorie, senza dare troppo peso ai nutrienti, magari riempiendoci di dolcetti con edulcoranti acalorici, che però alterano il microbiota intestinale, rendendolo molto piu “ingrassante”, lasciandoci comunque affamati e in pieno craving da carboidrati, si rischia oltretutto di ritrovarsi non solo denutriti (1200 calorie sono comunque affamanti), ma anche di ritrovarsi malnutriti, per mancanza di cibo vero, sano, ricco, nutriente. Un piano alimentare deve tener conto dei ritmi della persona, dei suoi gusti, e anche delle sue sensibilità, deve essere vario e permettergli di recuperare un peso ottimale senza fare calcoli astrusi tra entrate e uscite caloriche, senza sentirsi continuamente affamato e stressato, recuperando il senso della sazietà, che si perde con il cibo finto. E deve essere gradevole e soprattutto, deve essere per sempre. Le diete che iniziano lunedì e terminano mercoledì in pasticceria, hanno fatto il loro (triste) corso. Ora è tempo di star bene.

Nella foto, i miei biscotti very very fast per la colazione dopo palestra. Fiocchi d’avena, uvetta, mandorle, tritate, uova, burro, cotti velocemente in padella.


 
 
 

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