Come un diamante
- Manuela Navacci
- 2 gen 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 6 mar 2019

“Una ipocalorica è come un diamante….è per sempre” Dopo anni e anni di diete ipocaloriche, propinate come unica salvezza contro i chili di troppo, è ormai consapevolezza di buona parte del mondo della nutrizione, che una alimentazione normocalorica e una vita attiva sia l’unica strada per raggiungere salute e forma fisica; i regimi ipocalorici, o di digiuno intermittente, sono spesso utilizzati per il loro potere di “reset” di alcuni meccanismi naturali, come l’apoptosi cellulare, e le capacità antinfiammatorie del corpo, e in questi percorsi di cura, non avrà grande importanza se il digiuno potrà portare piccoli cali di massa magra o riduzioni del metabolismo, perché l’obiettivo finale, gestire una malattia autoimmune, coadiuvare una cura antitumorale, è infinitamente piu importante. Ma se pensiamo di ottenere una perfetta forma fisica da un percorso ipocalorico dobbiamo tenere presente che, per l'appunto, è per sempre. Ipotizziamo che ci siamo lasciati convincere a intraprendere l’ennesima dieta, perché l’amica dell’amica della zia della vicina ha perso un sacco di chili e sta da diiiiio, e noi invece ogni stagione dobbiamo aumentare di un buco la cintura dei pantaloni (tipo le piante che si rinvasano ogni anno in un vaso piu grande, uguale), ipotizziamo che abbiamo vinto la tristezza che sempre accompagna l’idea di una “dieta”, cercando di visualizzare solo il pantalone taglia 40 che metteremo alla fine del tunnel; ipotizziamo che questa dieta, non importa quanto bilanciata, in quanto ipocalorica ci lascerà piu o meno affamate (per definizione), riusciamo a non buttarla alle ortiche dopo tre giorni, (sempre visualizzando i pantaloni alla fine del tunnel), ipotizziamo che ripetendo ogni sera il mantra “quaranta,quaranta, quaranta” la dieta si protragga oltre le prime due tre settimane, la lancetta della bilancia finalmente scende, per un meccanismo piuttosto semplice: ci stiamo svuotando. Ci stiamo svuotando non solo di grasso, (poco) ma anche di acqua e glicogeno, in quanto ogni ipo che si rispetti avrà pochi carboidrati, e il corpo li richiede a fegato e muscoli, e insieme al glicogeno sarà reclutata anche l’acqua a cui si lega, e noi ci sentiremo “sgonfi” e magri. WOW. Poi, indubbiamente, a meno che non sia una dieta folle, staremo mangiando un filo meglio di prima, quindi staremo metabolizzando un po’ di scorie accumulate nei tessuti, e anche quelle portano con se acqua e quindi peso. Stra wow. Tralasciamo per ora che nei momenti in cui il corpo non ha nulla da consumare, staremo consumando muscolo, e che il nostro cervello si starà allarmando per la brutta situazione in cui questo stupido sapiens l’ha messo. Ipotizziamo che dopo tre settimane c’è la festa dell’amica della zia della vicina (quella che ha perso un sacco di chili e sta da diiiiiio) e che il tuo cervello, stressato da settimane di carestia, in cui il tuo unico pensiero è il cibo, l’unica cosa di cui parli è il cibo, la dieta, l’unica cosa che sogni è il cibo (e i pantaloni taglia 40 in fondo al tunnel ora hanno la forma di un cornetto alla crema), alla fine cedi e mangi una fetta di tortaunasolachessarammai, che il tuo corpo vedrà bene di conservarla per una settimana in un caveau che conosce solo lui, li zona sottombelicale,e vienila a prendere se sei capace. E infine, ammettendo che dopo aver passato una settimana a buttar giu la torta, e il tuo percorso sia ripreso e finalmente hai raggiunto, non la 40 perché proprio non ce la fai piu, facciamo 44 e sto, ecco ora che si fa? Si fa la “dieta di mantenimento” che guarda caso è uguale uguale alla dieta di prima (ah non te lo avevano detto? ) perché è ovvio che se per raggiungere la tua taglia hai dovuto pian piano restringere il tuo piano alimentare sempre di piu ( meno massa muscolare, meno metabolismo, panico ipotalamico…) ora aumentare le calorie porterà inevitabilmente a riprendere tutto, e non solo, è difficilissimo che dopo un lungo periodo di dieta, si ricominci a mangiare in modo misurato, e non si abbia una rottura dei freni che ci siamo imposti, cominciando a mangiare in modo smodato, (alternando alla dieta di prima, per compensare). Quindi, o si è super ferrei, e si rimane ad un regime ipocalorico (sempre piu ipo), o l’effetto yo-yo è assicurato, e con questo la sfiducia in se stessi (ma se l’amica della zia della vicina c’è riuscita e io no, sono io il problema! ), oltreché un alternanza di restrizione calorica/abbuffata, impedisce di riconoscere i normali stimoli di fame e sazietà, cosi finemente regolati nel nostro corpo, da rendere impossibile una via d’uscita senza una nuova RIeducazione alimentare. Ma che gran pasticcio! PS. Il grafico sopra, (lo avevo in un libro di testo, e ho trovato il meccanismo di semplicità disarmante, ma completamente ignorato per decenni) mostra un esperimento su animali. La linea centrale, indica il fisiologico aumento di peso di animali liberi di alimentarsi. La linea superiore, quindi l’aumento di peso, indica l’andamento di animali sovra alimentati, quella inferiore, di animali sottoalimentati, con relativa perdita di peso. Al cessare del periodo di sovra/o sottoalimentazione,tutti gli animali si allineano al peso degli animali lasciati liberi di autoregolarsi.Che significa? Che anche nei modelli animali, le diete sono inutili . Convinti?
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